Approfondimento a cura dell’Avv. Biagio Campagna
Le istituzioni e le banche centrali, dopo anni di atteggiamenti di ostilità nei riguardi delle “Cryptocurrencies”, hanno forse compreso che è del tutto inutile ostacolarle.
Del resto a partire dalla loro creazione, le criptomonete sono una novità ineludibile e inarrestabile ed ecco dunque che sono sempre più gli strumenti finanziari che le replicano come benchmark.
Innovativa la recente offerta finanziaria offerta da una piattaforma finanziaria con sede a Toronto impegnato nella creazione di servizi finanziari di livello mondiale rivolti alla cripto-economia.
La piattaforma offre una suite di prodotti per sfruttare al meglio le risorse digitali dei propri clienti. I prodotti di risparmio offerti vanno da prodotti di credito che aiutano a conservare i propri bitcoin e ad accedere ai dollari, sino ad utilizzare i fondi presi in prestito per acquistarne altri.
Tra i vari prodotti offerti, balza all’occhio il cosiddetto mutuo (prestito) in bitcoin.
Dalle poche informazioni fornite dalla stessa piattaforma, – combinando il potenziale di apprezzamento di Bitcoin con la stabilità dei prezzi degli immobili – questo prestito unico nel suo genere offre una miscela equilibrata di garanzie per la creazione di ricchezza.
Il Mutuo Bitcoin consente di accedere alla liquidità senza dover vendere i propri beni.
Tra le FAQ reperibili sul sito della piattaforma, si legge di “Non dover più decidere se detenere i propri Bitcoin o possedere un immobile”.
Si fa inoltre riferimento alla possibilità di estendere il prestito pari al 100% del valore dei propri BTC (bitcoin) accettando sia i propri Bitcoin che i propri beni immobili come garanzia congiunta.
Per quanto riguardi invece i proprietari di casa nuovi o esistenti il mutuo Bitcoin può essere utilizzato per acquistare nuovi immobili o per finanziare la proprietà che già il cliente possiede.
Ma come funziona il “mortgage bitcoin”?
Un cliente che desidera sottoscrivere un mutuo Bitcoin deve possedere Bitcoin equivalente alla proprietà che sta acquistando (o già possiede). Pertanto, sia il Bitcoin che la proprietà vengono accettati come garanzia e viene emesso un prestito pari a 50% del valore combinato di entrambi i beni.
Più in particolare il nuovo prodotto ipotecario consente specificamente di ottenere prestiti in denaro fiat con BTC come garanzia per acquistare immobili. Ed è il primo del suo genere.
Questo mutuo consentirà ai clienti di utilizzare i loro BTC per acquistare una proprietà, potendo anche continuare a beneficiare eventualmente dell’apprezzamento di entrambi gli asset. A detta della piattaforma, inoltre a chi sceglie di attivarlo, verrà anche offerta la possibilità di combinare ai BTC altre garanzie immobiliari per ottenere il prestito ipotecario.
Stando a quanto asserisce la società, questa struttura collaterale unica è stata progettata per fornire ai clienti un modo per attutire l’impatto delle oscillazioni del prezzo di BTC durante i periodi di maggiore volatilità, senza però fornire ulteriori informazioni al riguardo.
Al riguardo, partendo dai presupposti di cui sopra, non ci sarà la necessità di dover trovare un venditore disposto ad accettarli come pagamento. Sarà quindi sufficiente immobilizzarli come garanzia per ottenere un mutuo in valuta fiat, con il quale poter effettuare l’acquisto di un immobile.
Il mutuo Bitcoin ad oggi è attualmente accessibile a proprietari di case canadesi “selezionati” e sarà disponibile per canadesi e americani a partire dal 2022.
Il mutuo Bitcoin è attualmente offerto con una durata di due anni. Al termine dei due anni lo stato del prestito può essere rivalutato e rinnovato per un altro termine(non ben specificato).
Con il Mutuo Bitcoin, la piattaforma in questione offre un prestito pari al 100% del valore del collaterale Bitcoin.
Per Collaterale si intende il deposito di uno o più Crypto Asset (ad esempio btc, eth) a garanzia di un prestito di altri Crypto Asset, solitamente stablecoin (es. Dai, Usdt, sUsd), ma anche altri.
Solitamente si tratta di una sovra-collateralizzazione al fine di sopportare momenti di alta volatilità
di mercato che colpiscono l’asset utilizzato come collaterale.
Compreso il bene immobile garantito, questo arriva al 50% LTV (rapporto prestito/valore) del valore del collaterale combinato al momento dell’apertura del prestito.
Il mutuo Bitcoin richiede pagamenti di interessi mensili regolari.
Quali considerazioni circa questo nuovo prodotto finanziario che si affaccia sull’anno 2022?
Al centro dei prestiti crypto c’è un concetto piuttosto semplice: I debitori possono usare i propri asset crypto come collaterale per ottenere un prestito in fiat o stablecoin, mentre i creditori forniscono gli asset necessari per il prestito a un tasso d’interesse concordato. Questo può anche funzionare al contrario, ovvero i debitori usano fiat o stablecoin come collaterale per ottenere prestiti in asset crypto.
È un’enorme opportunità per i mercati e gli utenti crypto, che tradizionalmente hanno avuto solo due opzioni per quanto riguarda l’uso delle loro crypto: hodl o trading. Specialmente per gli hodler, la criptovaluta ha avuto una sola funzione – stare ferma nei loro wallet. Anche se alcuni potrebbero sostenere che questo svolge una funzione, ovvero limitare l’offerta sul mercato, generalmente possiamo concordare che non si tratta di un utilizzo particolarmente produttivo di un asset finanziario.
Con l’avvento dei prestiti di crypto-asset, l’utilità di questi asset è aumentata notevolmente. Un investimento in precedenza statico può ora generare reddito passivo per i creditori, e i debitori possono ricevere fiat senza dover iniziare un evento di vendita tassabile o ricevere asset crypto per il trading, l’arbitraggio o il market-making. Sono miglioramenti sostanziali sia per gli hodler individuali che per i grandi investitori istituzionali.
Oltre ai progressi in termini di utilità, questo è anche uno dei pochi casi in cui le crypto offrono un diretto analogo migliorato rispetto al sistema finanziario mettendo a confronto i rendimenti dei prestiti crypto con gli interessi sui conti di risparmio.
Quali rischi per i prestiti crypto?
I debitori si assumono il rischio integrato di dover fornire liquidità nel caso in cui il valore del loro collaterale scende al di sotto del valore richiesto per garantire che i creditori siano sempre sicuri. Questo significa che i debitori devono controllare attentamente il loro rapporto di collaterale per fare in modo che rimanga in una zona sicura. Finora, i sistemi di liquidazione si sono dimostrati robusti e i creditori non hanno perso investimenti, ma non è garantito che questo continui in futuro.
All’interno dell’ambiente decentralizzato, si presenta anche il rischio tecnologico legato agli smart contract. Dato che il flusso di capitale all’interno del sistema è governato da codice informatico sotto forma di smart contract, è teoricamente possibile per un hacker attaccare la piattaforma attraverso un bug o un exploit.
Inoltre, per le opzioni decentralizzate, a volte si verificano problemi di scarsa liquidità, che possono fare oscillare drasticamente i tassi se una grande quantità di capitale entra o esce dal sistema. In generale, le funzioni del tasso d’interesse sono create per incentivare un equilibrio piuttosto stabile, ma può capitare una certa volatilità
Infine, sono presenti rischi fiscali e normativi legati all’uso di queste piattaforme, soprattutto perché uno dei casi d’uso principali dei prestiti è direttamente correlato all’evitare un evento tassabile. In generale, molte giurisdizioni non dispongono di un chiaro orientamento sulla natura di molti di questi asset, incluse le stablecoin. Questo rende difficile per un individuo conoscere le esatte implicazioni fiscali delle sue attività nell’ambito dei prestiti crypto. Inoltre, molte delle piattaforme decentralizzate operano senza licenza e senza informative KYC (altro grande problema).
Quale futuro per i prestiti crytpo?
Nell’era della digital economy stiamo assistendo a una trasformazione generale nel mondo della finanza. Questo dovuto anche alla forte diffusione delle criptovalute, un tempo viste con sospetto da chi oggi invece le trova familiari ai suoi investimenti.
Molte banche di primo livello, secondo voci di corridoio, sarebbero interessate molto a valutare nuove formule di prestito da proporre ai clienti garantite da Bitcoin.
Alcune di loro vorrebbero già attuarli da qui ai prossimi tre-sei mesi, altre invece più in là. La cosa interessante è che alcune di queste banche utilizzeranno il proprio bilancio per concedere il prestito.
Ovviamente ciò muoverà le fila tra i regolatori bancari, molti dei quali stanno già pensando di introdurre nuove regole dal 2022. Ai posteri l’ardua sentenza.
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