Il 25 settembre 2023, il Tribunale di Treviso ha emesso una sentenza significativa (n. 141) in materia di liquidazione controllata nel contesto del sovraindebitamento. La sentenza, presieduta da B. Casciarri con relatore L. Munaro, ha affrontato una questione procedurale cruciale: la competenza nella determinazione della quota di stipendio destinata al mantenimento del debitore e della sua famiglia.
Punti chiave della sentenza:
- Competenza del giudice delegato: Il Tribunale ha stabilito che la determinazione della quota di stipendio per il mantenimento del debitore e della sua famiglia è di competenza esclusiva del giudice delegato alla procedura di liquidazione controllata.
- Motivazioni della decisione: a) L’art. 268, comma 4, lett. b) del CCII si riferisce esplicitamente al “giudice” e non al “tribunale”. b) Tale determinazione non è inclusa nel contenuto obbligatorio della sentenza di apertura, come stabilito dall’art. 270, comma 2 del CCII. c) La volontà legislativa è evidenziata dal confronto con l’art. 14-quinquies, comma 2, lett. f) della L. n. 3/2012, che prevedeva esplicitamente tale determinazione nel decreto di apertura.
- Divergenze interpretative: La sentenza evidenzia la mancanza di uniformità di indirizzo tra i tribunali italiani su questa questione. Alcuni tribunali, come quello di Bologna (29 novembre 2022), ritengono possibile una determinazione provvisoria nella sentenza di apertura. Altri, come i tribunali di Forlì (18 giugno 2024, n. 60) e Pordenone (30 ottobre 2023, n. 35), includono tale determinazione nella sentenza di apertura. Il Tribunale di Rimini (12 dicembre 2023, n. 90) adotta un approccio flessibile.
Questa sentenza si inserisce nel contesto delle recenti modifiche al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), incluso il decreto correttivo-ter approvato il 10 giugno 2024 . Tra le novità del correttivo-ter:
- Domanda unica di liquidazione per famiglie.
- Possibilità di pagamento dilazionato dei tributi.
- Modifiche alle procedure alternative alla liquidazione controllata.
La sentenza del Tribunale di Treviso, insieme alle novità legislative, sottolinea la necessità di un’interpretazione uniforme delle norme sul sovraindebitamento, bilanciando l’efficienza procedurale con la tutela dei diritti di debitori e creditori.