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di Monica Mandico

Mandico & Partners

Il recente dossier n. 178 del Senato, pubblicato a luglio 2024, analizza lo schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive al Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII), approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 giugno 2024. Questo “Correttivo Ter” introduce modifiche significative alle procedure di sovraindebitamento che rischiano di penalizzare pesantemente i debitori più vulnerabili.

Le principali criticità emerse dall’analisi del dossier includono:

Le principali criticità emerse dall’analisi del dossier includono:

  1. Restrizione dell’accesso ai piani di ristrutturazione: Il nuovo art. 67 CCII limita l’accesso ai piani di ristrutturazione del debito ai soli consumatori con debiti esclusivamente consumeristici. Questa modifica esclude gli ex imprenditori individuali e i debitori con situazioni di indebitamento misto, obbligandoli a optare per soluzioni più drastiche.
  2. Esclusione dal concordato minore: L’art. 74 CCII modificato esclude gli ex imprenditori individuali dalla possibilità di accedere al concordato minore, creando una disparità di trattamento significativa.
  3. Modifiche alla liquidazione controllata: L’art. 268 CCII viene modificato per escludere l’utilizzabilità della procedura nei casi in cui non vi sia attivo da liquidare, con potenziali ripercussioni sui debitori senza patrimonio.
  4. Complessità dell’esdebitazione: Le nuove norme sull’esdebitazione, pur consentendo in teoria di includere anche i redditi futuri del debitore, introducono criteri più stringenti che potrebbero ostacolare il processo di liberazione dai debiti

Queste modifiche, nel loro complesso, rischiano di creare una “zona grigia” di debitori senza reali alternative alla liquidazione totale del patrimonio. In particolare, molti potrebbero essere costretti a liquidare tutti i propri beni, inclusa l’abitazione principale, complicando notevolmente il loro recupero economico e sociale.

Il nuovo assetto normativo solleva serie preoccupazioni sulla effettiva tutela dei debitori in situazioni complesse e sulla capacità del sistema di offrire concrete possibilità di risanamento economico. La tendenza a restringere l’accesso alle procedure di composizione della crisi sembra andare in direzione opposta allo spirito originario della normativa sul sovraindebitamento, che mirava a offrire una seconda opportunità ai debitori in difficoltà.

Per mitigare questi effetti negativi, sarebbe auspicabile l’istituzione di fondi di sostegno regionali per i debitori in difficoltà. Questi fondi potrebbero coprire le spese delle procedure di sovraindebitamento, che spesso risultano proibitive per chi è già in una situazione finanziaria precaria. Alcune regioni italiane, come Piemonte e Lombardia, hanno già adottato iniziative simili, ma è necessario un approccio più sistematico e diffuso a livello nazionale.

In conclusione, mentre il Correttivo Ter mira a migliorare l’efficienza e la trasparenza del sistema, rischia di farlo a scapito dei debitori più vulnerabili. È necessaria una revisione che bilanci meglio le esigenze di efficienza del sistema con la tutela dei soggetti più deboli, garantendo reali possibilità di ripresa economica a tutti i debitori.

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