Si va dal 23 luglio 2023 al 28 aprile 2024, in meno di un anno si celebra, forse, più correttamente, si inscena il processo a Sergio Cusani, una comparsa minore, che, suo malgrado, la macchina processuale, “quel congegno indiavolato di stantuffi e pulegge” nella visione novellistica pirandelliana, trasforma nell’attore protagonista. Il processo, già ritualità, delle volte involuta, diventa passerella, sulla quale, col pretesto di una giustizia sensazionalistica, sfilò gran parte dell’allora potere politico. Una sorta di passaggio sotto le forche caudine del nuovo potere capitalistico, transnazionale, che non abbisognava più di quell’equilibrio tra pubblico e privato, accomodato dall’intermediazione partitica.