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La composizione negoziata della crisi d’impresa è uno strumento centrale nel sistema di prevenzione delle insolvenze in Italia. La figura dell’esperto indipendente gioca un ruolo cruciale in tale processo, offrendo il supporto necessario all’imprenditore nella gestione delle trattative con i creditori. Questo articolo esamina i requisiti di indipendenza e i doveri dell’esperto, come definiti dal Codice della Crisi d’Impresa, con particolare attenzione alle modifiche apportate dal Correttivo Ter. Inoltre, si analizzano le ipotesi di sostituzione dell’esperto, sia per motivi legati al difetto di indipendenza che su richiesta delle parti.
 

Introduzione

L’esperto indipendente rappresenta un attore fondamentale nella composizione negoziata, il cui compito è agevolare le trattative tra l’imprenditore, i creditori e gli altri soggetti interessati al risanamento dell’impresa. La sua figura deve rispondere a specifici requisiti di indipendenza e professionalità, sanciti dagli articoli 16 e 17 del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza. Questi articoli sono stati oggetto di revisioni e chiarimenti con l’introduzione del Correttivo Ter.
 

I requisiti di indipendenza dell’esperto

L’articolo 16 del Codice stabilisce i requisiti fondamentali che l’esperto deve possedere per garantire l’imparzialità del suo operato. In particolare, si prevede che l’esperto non debba avere rapporti personali o professionali con l’impresa o le parti coinvolte nelle trattative di risanamento. Egli deve essere in possesso dei requisiti previsti dall’art. 2399 del codice civile, che include, tra gli altri, il divieto di legami con l’impresa negli ultimi cinque anni. Il professionista non può aver lavorato in favore dell’impresa, né essere stato membro degli organi di amministrazione o controllo. Questo per evitare possibili conflitti di interesse che potrebbero compromettere la sua indipendenza di giudizio​.
 

Doveri dell’esperto

L’esperto, accettato l’incarico, deve agire in modo imparziale e riservato, garantendo la trasparenza e la correttezza delle trattative. Uno dei compiti principali dell’esperto è verificare la coerenza delle informazioni fornite dall’imprenditore, richiedendo ulteriori chiarimenti se necessario. Può inoltre avvalersi di soggetti esterni con competenze specifiche nel settore economico dell’impresa, purché anch’essi siano indipendenti​.
 
Un altro dovere centrale dell’esperto è quello di facilitare la rinegoziazione dei contratti esistenti tra l’imprenditore e i creditori, soprattutto nei casi in cui circostanze sopravvenute abbiano alterato l’equilibrio economico degli accordi originali​.
 

La sostituzione dell’esperto: motivi e procedura

L’articolo 17 del Codice disciplina la possibilità di sostituire l’esperto indipendente. La sostituzione può essere richiesta per due ragioni principali: (i) il difetto di indipendenza, e (ii) su richiesta dell’imprenditore o di due o più parti interessate. Nel primo caso, le parti possono presentare osservazioni sull’indipendenza dell’esperto entro tre giorni dalla convocazione​.
 
Se tali osservazioni sollevano dubbi sulla sua imparzialità, il segretario generale della camera di commercio riferisce alla commissione competente, che provvede alla sostituzione dell’esperto entro cinque giorni. Questa previsione mira a garantire che l’esperto sia realmente neutrale, evitando così situazioni di conflitto di interesse che potrebbero compromettere l’esito della composizione negoziata​.
 

Le ipotesi di richiesta di sostituzione dell’esperto da parte delle parti

Il secondo scenario in cui può essere disposta la sostituzione dell’esperto riguarda la possibilità che l’imprenditore o due o più parti interessate avanzino una richiesta in tal senso, formulando osservazioni sull’operato dell’esperto. Tale possibilità consente alle parti di intervenire qualora ritengano che l’esperto non stia svolgendo adeguatamente il proprio compito, compromettendo così il successo delle trattative​.
 
Le ipotesi in cui una richiesta di questo tipo potrebbe sorgere includono, ad esempio:
 
  • Il mancato rispetto dei tempi o delle scadenze da parte dell’esperto, con conseguente ritardo nel processo negoziale;
  • Il venir meno della fiducia da parte dell’imprenditore o dei creditori riguardo alla capacità dell’esperto di condurre le trattative in modo efficace;
  • L’incapacità dell’esperto di mediare adeguatamente tra le parti, portando a una situazione di stallo nelle trattative.

 

Conclusioni

La figura dell’esperto indipendente svolge un ruolo centrale nella composizione negoziata della crisi d’impresa, garantendo che le trattative tra imprenditore e creditori siano condotte in modo trasparente e professionale. Le norme introdotte dal Correttivo Ter hanno ulteriormente chiarito i requisiti di indipendenza e i doveri dell’esperto, offrendo maggiore flessibilità e trasparenza nelle ipotesi di sostituzione. In particolare, la possibilità di richiedere la sostituzione dell’esperto da parte dell’imprenditore e delle parti interessate è un’importante tutela per garantire l’efficacia e l’imparzialità del processo.

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