Si inscena, quindi, una danza di sgangherati personaggi, a commissionare a Belane indagini altrettanto irreali e che determinano eventi e situazioni sempre giocati sul filo del rasoio, tra un esistenzialismo da taverna, il fallimento personale e professionale, il cinismo, le estemporanee considerazioni sul destino e, dall’altro lato, il sapiente gioco sullo stereotipo classico del detective, del quale il protagonista ricorda poco, quasi nulla.