La narrazione agile e concreta, sempre accattivante e sorprendente, disseziona il mondo dell’arte, dalla concettualità stessa di valore artistico, sino alla rappresentazione plastica (ma anche canzonatoria) della giustizia, passando per i limiti (più e meno ragionevoli) della censura, l’emulazione, la falsificazione, la truffa e la rapina, ma anche, recuperando un’impronta più giuridica, i meccanismi sottesi alle case d’asta, alla tutela dell’artista, del mecenate, del collezionista e anche, perché no, dell’osservatore, dello spettatore, del semplice fruitore, che col suo sentir comune è sempre stato in grado di orientare l’arte stessa.