Francia, 1792.
Nel mentre su una sponda della Manica imperversa il furore rivoluzionario dei “cittadini”, che, con Madame La Guillottine, cercano più rancorosa vendetta che riscatto sociale, sull’altra, tra i pavoni aristocratici, si aggira un eroe innominato, invisibile e introvabile, simbolo di conservatorismo, che impersona un novello Caronte traghettatore, di anime, ma anche di corpi, da una terra che li ha dannati, a una pronta ancora ad accoglierli a corti aperte.