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«Il punto di rottura arriva per tutti, forse.»

Gerolamo è la faccia di una generazione in costante attesa di un cambiamento positivo, ma che anziché costruire il proprio futuro si appollaia davanti al bancone di un bar a bere e fumare.

Se è vero che “Homo faber fortunae suae” è altrettanto vero che la generazione di Gerolamo preferisce aspettare che il mondo giri per saltare, forse, un giorno, sul treno giusto. In costante attesa di quel punto di rottura che cambierà il presente, ponendo le basi per un nuovo futuro.

Gerolamo ha venticinque anni, vive sospeso tra la voglia di diventare adulto e la paura di assumersi le responsabilità che la maturità impone; ha un amico malato nell’anima, che tenta il suicidio; ha un amico che scopre l’amore; incontra, sul suo percorso, una coppia instabile che vive squallidamente; ha una zia affettuosa, costretta in un appartamento piccolissimo, sempre avvolta da un disgustoso olezzo; tenta di trovarsi un lavoro ma si ritrova in un mattatoio, a maneggiare pezzi indistinti di carne ancora “viva”.

La società di Gerolamo è quella dei nostri giorni, in cui viviamo investiti dal disincanto e travolti dalla richiesta di standard elevati ma senza avere le giuste opportunità; una realtà che mortifica, illude e disprezza, in cui a farcela sono in pochi, mentre gli altri fluttuano in un mondo irreale in cui è più semplice ambire all’impossibile che guadagnarsi un angolo di personalissimo paradiso.

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