Si ritrova a vivere un’esistenza ovattata dall’assenza di chi riempiva le sue giornate, ne cadenzava tempi e ritmi e che, ora, per un destino cinico, non c’è più. Il suo è un presente di frammenti passati, di ricordi, di abitudini che si attardano, pur non avendo più motivo di reiterarsi, di reviviscenze di suoni, gesti, immagini, percorsi. Ha cura di quel passato, perché è l’unica certezza che può riempirgli un presente vuoto e silenzioso; come la sua casa quando inserisce la chiave nella toppa; come le mattine, quando si sveglia, senza il ticchettio della macchina da scrivere di sua moglie, alla buonora a lavoro.