La remunerazione degli amministratori delegati è una delle questioni più discusse nell’ambito della corporate governance, a causa del suo significativo impatto potenziale sulla performance dell’azienda e sull’economia, influenzando investimenti, sull’occupazione, sull’innovazione e sulle disuguaglianze. In quanto potente strumento di incentivazione, di incentivazione, i compensi basati sulla performance sono stati un fattore determinante nell’influenzare il cosiddetto “shareholder value turn” nella governance aziendale. Tuttavia, non è stato raggiunto un consenso sulle pratiche retributive ottimali degli amministratori delegati.
Negli ultimi anni le metriche ESG sono state integrate nei piani di remunerazione degli amministratori delegati, dando origine a un dibattito sulla loro efficacia per la promozione di una maggiore sostenibilità e sui potenziali rischi per la performance economica delle imprese.
Il lavoro della BancadItalia fornisce un’analisi comparata dell’adozione di piani di remunerazione legati a fattori ESG nelle società quotate delle quattro principali economie della UE tra il 2018 e il 2022.
Nel periodo esaminato è diventata prassi sempre più comune fra le società di maggiori dimensioni legare la remunerazione dei propri amministratori a obiettivi ESG: questi sono stati quasi sempre raggiunti dagli amministratori delegati senza effetti negativi sulla performance economica delle imprese. L’analisi suggerisce, tuttavia, che la selezione opportunistica degli obiettivi ESG e il greenwashing potrebbero essere fenomeni diffusi, sollevando dubbi sull’efficacia della remunerazione degli amministratori delegati nel promuovere la sostenibilità.