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di Paolo Cattaruzza Dorigo

Funzionario amministrativo

Il mese di ottobre dedicato all’educazione finanziaria mi ha portano a scrivere queste brevi riflessioni, poiché nell’ambito del mio percorso di studi ho approfondito anche questo tema.

Sul punto vorrei cogliere l’occasione per ricordare che la nostra principale bussola interpretativa prima dell’avvento e il consolidamento delle carte sovranazionali, vale a dire la Costituzione, ha riservato una particolare tutela al risparmio al suo articolo 47.

La lettura attenta di uno dei più importanti fari interpretativi per il nostro ordinamento riserva all’altrettanto attento (almeno si spera) lettore una piacevole sorpresa riguardo l’attualità della disposizione; azzardo: si potrebbe definire senza tempo!

In particolare la lettera testuale – così sintetica, ma piena di significato – dispone che la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio. Di converso, ciò significa che idealmente lo Stato dovrebbe incentivare e non scoraggiare il risparmio e, per i casi patologici, approntare una efficace quanto pronta tutela del cittadino-risparmiatore. Al contempo già il primo periodo ha cura di definire una nozione di risparmio di ampio raggio e che non si limita a determinate tipologie, ma opta per una definizione tale che tenga conto delle eventuali evoluzioni. Vi è di più: l’articolo non si limita alla garanzia da parte dell’ordinamento del risparmio in senso stretto e per quanto riguarda le sue tipologie in senso lato, bensì estende la tutela anche al risparmio finalizzato alla realizzazione di determinati progetti di vita che segnano l’esistenza della persona. Aggiornato in termini più attuali e contemporanei, vi si ritrova la tutela della prima casa, la tutela della proprietà agricola e la tutela dei cittadini-investitori.

Dall’entrata in vigore della Costituzione ad oggi, vi è stato intuibilmente un radicale mutamento dell’economia, della società e – di conseguenza anche – della legislazione. Un momento importante è stato quello della partecipazione alle comunità europee e con essa anche all’adesione ai programmi di liberalizzazione. In ragione della liberalizzazione del settore bancario, il cittadino medio si è trovato tendenzialmente a dover passare dall’interlocutore di diritto pubblico ad un soggetto di diritto privato e con ciò anche riguardo ai prodotti, sicché sono mutate anche le esigenze di tutela dello stesso cittadino medio.

Negli ultimi due decenni passati, l’esistenza dei piccoli investitori e risparmiatori è stata fortemente minata da scandali finanziari e da noti c.d. crack finanziari, nonché dalla crisi economica mondiale della seconda metà degli anni 2000. Questi eventi hanno lasciato una profonda cicatrice e hanno segnato un punto di non ritorno per i risparmiatori. Al contempo, però, sono anche aumentate le garanzie a favore degli investitori-risparmiatori.

Ciononostante, si è creato un clima di forte sfiducia da parte del c.d. uomo della strada verso tutto ciò che concerne il tema degli investimenti in particolare e di tutto ciò che esorbita dal mero deposito di denaro liquido.

Del pari, non è stata di aiuto la c.d. politica dei tassi zero, in particolare per quanto riguarda i tassi attivi, sicché negli ultimi anni si è creato il fenomeno dell’indebitamento, diffuso e anche di notevole entità, rispetto ad una cultura del risparmio. Ciò, in quanto il risparmiatore veniva – di fatto – penalizzato nell’accantonare denaro, mentre chi optava per l’indebitamento, lo faceva con costi assai contenuti e, rispetto al passato, minimi, se non trascurabili.

A ciò, si aggiunga che anche la politica fiscale italiana non è stata del tutto incolpevole nell’incentivare l’indebitamento a discapito del risparmio, poiché l’introduzione dell’imposta di bollo sui prodotti finanziari e sui depositi che superino il saldo di deposito medio annuo di 5.000,00 euro, in presenza di tassi di interesse attivi pressoché nulli, rischiava di comportare – fino a poco tempo fa – la progressiva erosione del capitale accantonato, minando così fortemente la fiducia del cittadino nel risparmio.

Infine, l’emersione del fenomeno degli strumenti finanziari illiquidi, vale a dire prodotti finanziari che, una volta acquisiti, non possono essere più facilmente venduti o convertiti in denaro liquido oppure resi liquidi con sostanziose perdite, ha contribuito ad ingenerare la sfiducia nell’uomo della strada verso gli strumenti finanziari, poiché il non poter accedere ai propri risparmi, in tempi ragionevoli rispetto alle proprie necessità, costituisce inevitabilmente un limite difficilmente superabile e ciò, in particolare, se si tratta di somme relativamente modeste ovvero se il capitale destinato al risparmio è particolarmente limitato.

Negli ultimi anni, anche in ragione delle conseguenze delle crisi succedutesi e di quelle attualmente in atto, si è registrato un preoccupante incremento della povertà assoluta e di contemporaneo assottigliamento del c.d. ceto medio che costituisce uno dei più importanti motori dell’economia.

L’evoluzione, di cui si è già detto sopra, ha generato necessariamente un mondo più complesso, sicché anche le conoscenze in ambito finanziario sono divenute più strutturate e necessariamente accessibili per la maggior parte agli operatori del settore. Ne consegue che, oggi, avere non solo una determinata conoscenza in ambito finanziario, ma ancor di più una certa sensibilità e oculatezza nel rivolgersi a consulenti competenti nel momento giusto, comporta l’indipendenza (anche finanziaria) di un cittadino. Ciò, per fronteggiare al meglio imprevisti anche di carattere di carattere individuale e personale.

In questo contesto, è con piacere che si deve accogliere l’istituzione nel 2017 del Comitato EduFin ovvero il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria. L’ente in argomento si è posto l’obiettivo di promuovere e coordinare iniziative utili ad incrementare tra la popolazione la conoscenza e le competenze finanziarie, assicurative e previdenziali e potenziare la capacità di prendere decisioni che siano da un lato coerenti con i propri obiettivi e dall’altro lato adeguate alle proprie condizioni.

Ogni anno il Comitato EduFin ha promosso nel mese di ottobre delle azioni nell’ambito dalla divulgazione dell’educazione finanziaria e ha altresì dato visibilità anche a chi propone analoghe iniziative. Per conoscere le iniziative di #Ottobreedufin2023 si invita a consultare per tutto il mese di ottobre la seguente pagina al link https://www.quellocheconta.gov.it/it/news-eventi/mese_educazione_finanziaria/intro_2023.html (SPOILER: Diritto del Risparmio ci sarà anche quest’anno)

Infine, auspico il successo della sensibilizzazione e che essa si traduca in una volontà di alfabetizzazione spontanea del cittadino risparmiatore medio che vuole saperne di più e che vuole essere più consapevole nelle proprie azioni di gestione finanziaria.

Del pari auspico da parte della classe dirigente politica una chiara presa di posizione con azioni mirate a favorire l’educazione finanziaria diffusa, in quanto avere cittadini finanziariamente indipendenti significa attivare un circuito virtuoso e, quindi, avere persone tendenzialmente non dipendenti dal welfare pubblico, ciò significa alleggerire i bilanci pubblici, liberare risorse da allocare in modo più efficiente in settori dove ciò non sia possibile.

Il mio, il nostro messaggio è chiaro: il futuro è dell’educazione finanziaria!  

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