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Il “Correttivo ter” al CCII in pillole

di Monica Mandico

Mandico & Partners

Nella seduta del 10 giugno u.s., il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha approvato, in via preliminare, uno schema di decreto legislativo, contenente oltre cinquanta articoli, che apporta disposizioni integrative e correttive al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, di cui al D.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14.

Si tratta del terzo intervento correttivo su tale codice, necessario per risolvere problemi di coordinamento normativo emersi con le precedenti modifiche, correggere errori materiali e aggiornare riferimenti normativi. Questo intervento è anche parte degli impegni assunti dall’Italia nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Pillola n. 3

1. Previsione e prevenzione della crisi (Art. 3)

Modifica al comma 4 dell’art. 3 del CCII: La riforma chiarisce che i segnali elencati all’articolo 3, comma 4, non sono indicatori di una crisi già in atto, ma strumenti preventivi. La formulazione “Costituiscono segnali che, anche prima dell’emersione della crisi o dell’insolvenza, agevolano la previsione di cui al comma 3” sottolinea l’importanza di un monitoraggio continuo e anticipato della salute finanziaria e operativa dell’impresa. Questa prospettiva preventiva è fondamentale per permettere agli imprenditori di adottare tempestivamente le misure necessarie a evitare o affrontare una crisi imminente.

Conseguenze:

  • Maggiore attenzione alla gestione preventiva: Gli imprenditori sono incentivati a monitorare costantemente gli indicatori finanziari e operativi per rilevare eventuali squilibri e adottare misure correttive prima che la crisi si manifesti.
  • Riduzione dei fallimenti: Con l’adozione tempestiva di misure preventive, è probabile che molte crisi possano essere evitate o mitigate, riducendo il numero di fallimenti e le loro conseguenze negative.

2. Doveri delle parti interessate (Art. 4)

Modifiche all’art. 4 del CCII: La riforma estende gli obblighi di buona fede e correttezza non solo al debitore e ai creditori, ma a “ogni altro soggetto interessato” (ad esempio, soci, investitori, rappresentanze sindacali). Inoltre, specifica che tutti i soggetti coinvolti nella regolazione della crisi e dell’insolvenza devono osservare questi obblighi.

Conseguenze:

  • Integrazione e cooperazione: L’inclusione di tutti i soggetti interessati nell’obbligo di buona fede e correttezza promuove un ambiente di maggiore cooperazione e trasparenza, essenziale per la risoluzione efficace delle crisi.
  • Ruolo chiaro per i partecipanti: La chiara definizione dei doveri per tutti i partecipanti alle trattative riduce il rischio di conflitti e fraintendimenti, facilitando un processo di risanamento più ordinato e efficiente.

3. Adeguatezza delle misure e degli assetti organizzativi

Principi generali (Art. 3): Il nuovo testo sottolinea che le imprese devono dotarsi di strumenti efficaci per monitorare la propria situazione e prevedere l’emersione della crisi. Le misure organizzative e contabili adottate devono permettere di:

  • Rilevare squilibri patrimoniali o finanziari.
  • Verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive di continuità aziendale.
  • Utilizzare liste di controllo e test pratici per valutare la ragionevole perseguibilità del risanamento.

Conseguenze:

  • Maggiore responsabilità dell’imprenditore: L’imprenditore deve assumere un ruolo attivo nella gestione preventiva, implementando sistemi di controllo interno adeguati e proattivi.
  • Preparazione al cambiamento: Le aziende devono essere pronte a riorganizzare i propri assetti per rispondere ai segnali di crisi, migliorando la loro resilienza e capacità di adattamento.

4. Coinvolgimento esteso nei processi di crisi

Partecipazione alle trattative (Art. 4, comma 4): La riforma amplia la partecipazione alle trattative che precedono l’accesso agli strumenti di regolazione della crisi, includendo non solo i creditori ma anche “tutti i soggetti interessati”. Questo può includere soci, terzi contraenti e rappresentanze sindacali, garantendo che tutte le parti rilevanti siano coinvolte nel processo decisionale.

Conseguenze:

  • Inclusività: Questa modifica riconosce l’importanza di un approccio inclusivo nella gestione delle crisi, dove tutte le parti interessate hanno un ruolo attivo e responsabilità nel processo.
  • Maggiore trasparenza: Coinvolgere un ampio spettro di partecipanti nelle trattative aumenta la trasparenza e la fiducia tra le parti, facilitando soluzioni più accettabili e sostenibili.

Implicazioni Strategiche per le Imprese

Miglioramento della governance e della trasparenza

Le modifiche apportate incentivano le imprese a rafforzare la loro governance e trasparenza. Questo comporta l’adozione di pratiche di gestione più rigorose e l’istituzione di sistemi di monitoraggio che permettono di individuare tempestivamente segnali di crisi. Le aziende dovranno essere più trasparenti non solo internamente ma anche nei confronti dei loro stakeholder esterni, inclusi i creditori e i soci.

Maggiore efficienza nella gestione delle crisi

Con una partecipazione più ampia e una chiara definizione dei doveri di buona fede e correttezza, la gestione delle crisi diventa più efficiente. L’approccio inclusivo riduce i conflitti e migliora la collaborazione tra le parti, portando a soluzioni più rapide e meno onerose.

Sostenibilità a lungo termine

Adottando una prospettiva di prevenzione della crisi, le imprese sono incentivate a mantenere una gestione sostenibile a lungo termine. Questo non solo migliora la loro capacità di evitare crisi future, ma anche di attrarre investitori e partner commerciali che valorizzano la stabilità e la gestione proattiva del rischio.

Conclusioni

La riforma del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza rappresenta un passo significativo verso un sistema più preventivo e inclusivo di gestione delle crisi aziendali. Le modifiche introdotte mirano a rafforzare la capacità delle imprese di identificare e affrontare i segnali di crisi in una fase precoce, promuovendo una cultura di responsabilità, cooperazione e trasparenza. Questo approccio non solo favorisce la stabilità delle singole imprese, ma contribuisce anche alla salute complessiva del tessuto economico e produttivo del Paese.

Documenti di riferimento

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