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«La vita è transeunte.»

Un romanzo ad altissimo tasso emotivo, che trasporta in un’altra dimensione e lascia pensare all’importanza della gentilezza e della fugacità dell’esistenza.

Un romanzo tipicamente giapponese, nella sua dimensione e nel linguaggio, nell’approccio emotivo del narratore e nel sentimento suscitato nel lettore.

L’atmosfera è surreale, il racconto si compone di tre storie distinte ma concatenate e tutte si svolgono nello studio fotografico di Hirasaka: un limbo, anticamera dell’aldilà.
Chi arriva da Hirasaka è già morto, ma prima di varcare definitivamente la soglia dell’eternità ha la possibilità di rivivere la propria vita attraverso le fotografie dei momenti più significativi, alcuni andati perduti nel tran tran della quotidianità.

Il ricordo si annida nel cuore e nella mente e talvolta lo ricerchiamo così spesso da consumarlo e renderlo sempre meno nitido, come una fotografia sbiadita.

Sarebbe così bello rituffarsi in quel momento vissuto e captarne ogni vibrazione, assaporandola con il senno di poi.

Scattare una nuova fotografia, più nitida e regolare, rinnovare i dettagli, i particolari sfuggiti nel corso del tempo.

Da Hirasaka arrivano in tanti, di ogni età, con ogni trascorso e di diversa sensibilità e lui si plasma sulle esigenze del proprio ospite per far vivere un ultimo momento di serenità e benessere, riportando l’anima al momento prescelto per scattare quella foto ormai consunta e ridare nuova luminosità al ricordo.

Hirasaka, però, a dispetto dell’opportunità resa ai suoi ospiti, non conserva ricordi della sua vita terrena… li ha barattati con un atto di gentilezza che gli è costato il triste ed eterno oblio.

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