Il senso di autonomia e indipendenza viene soffocato dall’incedere silenzioso della sgradita compagna di vita e apre le porte allo struggente dubbio di quello che è stato, ma, ancor più, di quello che avrebbe potuto essere e non è stato, oltre che, naturalmente, di quello che sarà.
Riemergono, dunque, sprazzi della vita passata, delle decisioni prese e di quelle sempre negate; affiorano i ripensamenti, si susseguono i capovolgimenti nelle vedute, diventa giudice severe l’autocritica, per ciò che si è fatto e ciò che si è mancato di fare, per i giudizi espressi, anche frettolosamente, e per quelli taciuti.
Giunge, però, l’assoluzione, nelle vesti di quella razionalità che legge ogni azione nel suo tempo e che la giustifica nel momento di passato appagamento che ha ingenerato.