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«Sei (grandi) Personaggi in cerca di (un grande) Autore. E lo trovano in Henry Kissinger e nella sua dialettica diretta, verista e sagace, di chi può raccontare la storia che ha concorso a scrivere.»

Leadership” è il saggio che racconta sei (grandi) Personaggi in cerca di (un grande) Autore, che trovano in Henry Kissinger e nella sua dialettica diretta, verista e sagace, di chi, dall’osservatorio privilegiato del proprio venerando centenario, può giudicare, scevro da pregiudizi, ritrosie e preoccupazioni, parte di quella storia che ha concorso a scrivere.

Sei personaggi, sei parole-chiave, sei facce della leadership ideale.

Konrad Adenauer – L’umiltà

«Caro Professore, in politica è importante contrattaccare a sangue freddo.». Il teorico dell’attesa fruttifera e sagace, perché la leadership efficace è qualcosa di più di un’aura di passeggera esultanza: significa capacità di ispirare e mantenere una visione politica, nel corso del tempo. 

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Charles De Gaulle – La volontà

L’illusionista, perché la volontà rende realizzabile anche l’impossibile; le decisioni devono essere chiare, ma il percorso decisionale sotteso può anche essere oscuro. Nella sua magistrale ambiguità, ha coniugato pazienza, straordinaria preveggenza e intuizione, in un sapiente tatticismo. 

Un francese egocentrico, con manie di grandeur, sempre imbronciato per offese vere o anche solo presunte. Il più delle volte, una spina nel fianco per i suoi pari.

Perché l’eredità di un leader è fatta anche di ispirazione, oltre che di dottrina. 

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Richard Nixon – L’equilibrio

L’inventore del “linkage“, in costante equilibrio tra decisionismo e attesa, riflessione e muscolarità, interventismo e temporeggiamento, diplomazia e soluzione militare, linearità e “smazzate” improvvise; realismo e creatività. L’equilibrio, come sinonimo di multipolarità del sistema. 

Le società diventano grandi non quanto una fazione trionfa sull’altra, quando si annientano gli avversari interni o quanto qualcuno vince sul rivale, ma quando si alimenta lo spirito di riconciliazione e ci si pongono obiettivi comuni. 

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Anwar Sadat – Il superamento

La prodigiosa meteora della storia. 

«La meditazione sulla vita e la natura umana cui mi ero dedicato nell’isolamento carcerario mi avevano insegnato che chi non è in grado di mutare la struttura del suo stesso pensiero non sarà mai in grado di cambiare la realtà, e, di conseguenza, non farà mai alcun progresso.». 

Uno paziente, sereno e graduale; la cui idea di pace (ahinoi, nda) attende tuttora di concretizzarsi. 

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Lee Kuan Yew – L’eccellenza

«Intendo studiare in modo mirato tutte le cose che, negli ultimi dieci anni, ho fatto senza essere adeguatamente informato.».

Per uno statista, una qualità essenziale è la capacità di resistere agli umori del momento, senza lasciarsi trascinare. E di avere il coraggio di andare controcorrente. 

Ci vogliono uomini con un buon carattere, un buon cervello e convinzioni forti. 

L’acume e la precisione delle sue analisi, nonché l’affidabilità dei suoi comportamenti, lo trasformarono in un consigliere per molti di coloro da cui lui stesso dipendeva. 

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Margaret Thatcher – La determinazione

Donna ostinata, tenace ed estremamente presuntuosa: così fu valutata in uno dei suoi primi colloqui di lavoro. 

La ricerca del centro, di convergenze è una strada per la vacuità; occorre che argomenti diversi si scontrino e creino alternative reali per gli elettori. Perché più l’avversario è affascinante, più è pericoloso. 

I grandi statisti operano ai limiti estremi di ciò che è comunemente ritenuto possibile; anziché seguire pedissequamente le ortodossie, definiscono i tempi, ne scandagliano i confini. 

La provocazione canzonatoria russa de “La Lady di Ferro” è divenuta, per contro, la rappresentazione idiomatica del suo essere. Napoleone Bonaparte pare affermasse che per capire un uomo, occorra guardare al mondo di quando aveva vent’anni. Ebbene, la Thatcher ha compiuto vent’anni nel 1945.

Che cosa è, quindi, la leadership? È dedizione e lungimiranza; capacità di prevedere il futuro; leggere il vento e accomodare le vele; pensare al domani, vivendo nell’oggi. È anche la commistione ponderata di sei parole chiave, una per ciascun attore.

È l’integrità e la perseveranza di Adenauer, la determinazione e la visione storica di De Gaulle, l’energia delle decisioni di Nixon, la nobiltà di spirito di Sadat, l’immaginazione di una nuova società multietnica di Lee, la tenacia e i solidi principi di Thatcher. 

In un racconto che è da osservatore esterno della storia, ma, al tempo stesso, anche da insider, il lettore è accompagnato sino agli eventi più recenti, che dimostrano una progressiva dispersione di quella leadership di “antico pelo”, causata dal crescente consumismo visivo, dall’immediatezza di pensieri e, soprattutto, di contenuti, inesperienza precoce e perdita di umanesimo e di quella “deep literacy“, che, per converso, era metabolizzazione e consapevolizzazione di conoscenze.

La nemesi, insomma, di quelle ambizioni meritocratiche, di quell’arte di maneggiare con cura verità difficili, di energia, tenacia e immaginazione che hanno accomunato i grandi leader, dalla Germania a Singapore, passando per la Francia, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e l’Egitto.

Ci sarà ancora spazio per nuovi leader?

Non ci resta che confidarlo, perché «non solo le cose a turbare gli uomini, ma i giudizi sulle cose» e il ruolo dei leader, tra dedizione e lungimiranza, consiste proprio nel guidare quei giudizi e nell’ispirare i propri popoli a tradurli in pratica. 

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