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«Follia è - miseramente e semplicisticamente - ritenuta ogni forma di allontanamento dalla ordinarietà del nostro tempo.»

Un libro sconvolgente per l’intensità dei sentimenti espressi e suscitati.

Una fitta trama intrisa di dolore, sofferenza, ripugnanza e ostilità; un racconto cupo e scabroso che (soprattutto in alcuni passaggi) dà una fitta allo stomaco e un’altra al cuore.
Il coinvolgimento creato dallo scrittore è totale; ci si immedesima sin da subito, si vestono i panni della protagonista e si vivono i suoi stessi struggenti pensieri, le sue azioni, i peccati e i dolori, le vane speranze e gli amori.
È un libro forte e intenso, che nel titolo lascia solo presagire la forza dell’impatto tra letteratura e vita reale.
La follia.

Follia è – miseramente e semplicisticamente – ritenuta ogni forma di allontanamento dalla normalità (culturalmente e storicamente intesta in un determinato contesto sociale), fino ad includere le patologie più complesse.
Nel nostro contesto sociale è proprio la forma patologica di “follia” che viene mentalmente respinta, in una logora concezione della malattia circoscritta esclusivamente al corpo, mentre tutto ciò che inerisce la mente è solo capriccio.
La depressione, che è il male del nostro tempo, logora e scava, annebbia la mente e porta con sé risvolti drammatici che, con il senno di poi, avrebbero potuto evitarsi con una maggior cura di sé e degli altri.

Il libro, pur nella sua durezza, è un’opera stilisticamente esuberante e magnetica che riesce a catturare l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima riga.

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