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«Una storia profonda che scava nell’animo umano e tocca la sensibilità di chi ha imparato a rispettare gli animali, la natura e, di conseguenza, ogni prossimo, qualunque “forma” e natura esso abbia.»

Un romanzo inebriante, dolce e amaro allo stesso tempo, che tocca delicatamente le corde di un sentimento profondo, di quelli che raramente si riescono a provare.

Un libro empatico e crudele, che insegna l’amore ed il rispetto e grida di rifuggire dalla barbarie umana verso la natura e gli animali, che ancora oggi sono troppo spesso vittime innocenti di una brutalità ingiustificabile.

Antonio José Bolivar, il “cacciatore”, vive ai margini di un piccolo villaggio nella foresta amazzonica ecuadoriana, schivo e introverso, si è guadagnato il rispetto della popolazione con un passato trascorso nelle profondità della foresta, tra i “selvaggi” indios shuar.

In quella fase di vita ha imparato a convivere con la foresta, riconoscerne le insidie e amarne la natura incontaminata.

Antonio José Bolivar ha imparato il rispetto per la natura, dote ormai rara tra l’uomo.

Nei dintorni del villaggio in cui vive Antonio José Bolivar dei gringos subiscono violenti e tragici attacchi da parte di un felino feroce e selvatico, il tigrillo, che pertanto deve essere eliminato; ma solo l’anziano intuisce le ragioni di questi attacchi mortali, che risiedono nel dolore della femmina per aver perso (trucidati dagli uomini bianchi) i propri cuccioli ed il maschio.

Spetterà ad Antonio José Bolivar l’ingrato compito di porre fine alla mattanza, inseguendo ed uccidendo la femmina di tigrillo, pur senza perdere il rispetto per l’animale.

Una favola triste che rievoca l’infinito massacro compiuto nel tempo dai bracconieri e la vile vendetta dell’uomo sull’animale che tenta – invano – di difendersi dall’aggressore umano.

Una storia profonda che scava nell’animo umano e tocca la sensibilità di chi ha imparato a rispettare gli animali, la natura e, di conseguenza, ogni prossimo, qualunque “forma” e natura esso abbia.

Sullo sfondo della vicenda, la sorprendente passione dell’anziano per la lettura e, specificamente, per i romanzi d’amore, quell’amore infelice che – però – cerca sempre il suo lieto fine.

La lettura e la voglia di conoscenza e nuova cultura, anche negli angoli più remoti della terra, è sempre sinonimo di apertura d’animo e di spirito nobile, di grande coraggio nel mettersi a nudo davanti alle proprie emozioni più intime.

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