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«Questa è una storia leggendaria di uomini forti di carattere e di braccia, di donne risolute, ma è anche la storia di come tutto ciò che nel tempo e con il sacrificio è stato creato improvvisamente può crollare»

Una magnifica saga familiare, da leggere accuratamente per trarne spunto e insegnamento ed anche solo per conoscere un pezzo di storia d’Italia e di chi per un tempo ha fatto la differenza.

La saga si compone di due libri, che ho deciso di recensire insieme per completezza, perché non mi è mai piaciuto lasciare un lavoro incompiuto e leggere d’un fiato l’intera opera – in alcuni momenti – sembra proprio un “lavoraccio”, ma ne vale la pena.

Cercando di districarsi nella fitta ripetizione di “Ignazio” e “Vincenzo” che si susseguono in oltre un secolo di attività di “Casa Florio” si approda ad una visione di insieme di ciò che i Florio hanno rappresentato in Italia, sebbene le loro gesta restino sconosciute ai più.

Il quadro complessivo che emerge dall’opera lascia spazio a molteplici letture, così come tante e diverse sono le emozioni che suscita ogni pagina di questa storia, le gesta degli uomini, i sentimenti delle donne, l’esplosione di vita e – quasi contestualmente – la tragedia della morte che continuamente colpisce e affonda ogni animo, dal più sensibile a quello apparentemente più duro.

Questa è una storia leggendaria di uomini forti di carattere e di braccia, di donne risolute, ben oltre i tempi che attraversano; è un messaggio di sacrificio e speranza ma anche di grande appagamento delle fatiche sopportate, di resistenza, di lotta e di sottomissione alle leggi sociali e culturali, nonché economiche di un periodo lontano, tumultuoso, di grandi cambiamenti, in una terra ancora oggi enigmatica. Ma non solo, perché questa è anche la storia di come tutto ciò che nel tempo e con il sacrificio è stato creato improvvisamente può crollare, sparire, incenerirsi e liquefarsi perché i tempi cambiano, perché il “sangue” e il “nome” non sempre possono sopperire all’assenza di ben altre virtù e di valori che, pur se tramandati, non attecchiscono.

Ci sono molti insegnamenti e spunti di riflessione celati tra le pagine di questi due splendidi e corposi tomi ed ovviamente ogni lettore trae le proprie conclusioni, in base al proprio vissuto, alla propria visione della vita ed alla predisposizione d’animo con cui affronta la lettura, ma è innegabile che della storia della Famiglia Florio rimane impresso nella mente il sacrificio, l’impegno e l’abnegazione che portano sempre buoni risultati, così come la consapevolezza che una vita sola non può bastare per raccogliere i frutti migliori dell’alberello che si è piantato con amore e curato con dedizione. Ed allora il concetto di “Famiglia” si estrinseca proprio nella costante volontà di creare oggi solide fondamenta per ciò che domani costruirà qualcun altro: il “nome” vive e si tramanda, la storia si stratifica di generazione in generazione e genera cambiamento, finché l’evoluzione non si arresta.

La lettura è gradevole, scorrevole e leggera, nonostante la mole corposa, perché il registro è molto semplice e familiare, malgrado le incursioni dialettali costringano a rallentare il passo. Ci si perde volentieri e molto facilmente tra queste pagine, si affonda nella vita dei Florio e si condividono gioie e dolori, prendendo le parti di uno o dell’altro protagonista e pensando – automaticamente – a come avremmo reagito noi in quell’occasione, in quel contesto, in quella vita. Si sospira, a volte ci si arrabbia e può anche capitare che una lacrima resti impigliata tra le ciglia e tutto questo perché qui è narrata la vita vera.

Adoro le saghe familiari e mi appassionano sempre tanto le vite e le gesta di chi ha fatto la differenza in luoghi che sento “miei”: la mia terra, il mio Sud, la mia Italia.

Mi incuriosiscono i dettagli, quelle piccole sfumature che si scorgono nella penombra della storia principale e mi piace approfondire gli aneddoti che hanno un fondamento storico, che oggi si possono facilmente rintracciare con un click, quel filo continuo che lega dei nomi su carta stampata alla vita reale, che resta nell’aria, che lascia traccia del suo passaggio e viaggia immutata nel tempo, come una fotografia, un busto, un quadro (stupendo quello di Donna Franca Florio realizzato da Boldini), qualcosa di eterno e tangibile, creato ieri ma che è sopravvissuto fino ad oggi.

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