Intervista a LETIZIA VESCOVINI, titolare dello Studio “Bulgarelli Vescovini”, specializzata in diritto bancario, degli intermediari finanziari, si occupa di contenzioso in materia di derivati. Ha affrontato controversie in tema di obbligazioni (bond), azioni, gestioni patrimoniali, piani finanziari strutturati, fondi comuni, contratti finanziari derivati, polizze assicurative unit linked e index linked, polizze assicurative, anatocismo e usura. Ha seguito, dagli albori, il contenzioso provocato da alcuni dei più importanti default finanziari della storia recente (Repubblica Argentina, Gruppo Cirio, Gruppo Parmalat, Giacomelli, Cerruti, Finmek, Lehman Brothers); si è occupata, più recentemente, della vicenda dei risparmiatori “traditi” delle cc.dd. Banche Venete e incappati nella truffa dei “diamanti di investimento” e da sempre in prima linea nella tutela degli obbligazionisti e degli obbligazionisti subordinati, innanzi all’Autorità giudiziaria, all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) e al Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR). È mediatrice professionista presso la Consob. È autrice di numerose pubblicazioni; collabora stabilmente con “Plus 24 – Sole 24 Ore” ed è ospite abituale sulle tematiche bancarie e finanziari a IusLaw Web, la radio per gli avvocati. Inserita dal Sole 24 tra i migliori studi legali dell’anno 2021.
A. Zurlo: Avv. Vescovini, le do il benvenuto nel nostro “Backstage”, l’iniziativa che, come Diritto del Risparmio, abbiamo deciso di proporre per questa edizione del Mese dell’Educazione Finanziaria, per conoscere meglio i “registi”, gli “attori”, gli “sceneggiatori” del diritto bancario, finanziario e assicurativo. In una sua intervista dello scorso febbraio, ha dichiarato l’importanza avuta, per lei e per la sua formazione, dalla scuola, grazie alla quale ha scoperto la sua inclinazione, prima, e l’innamoramento per il diritto e per il senso della giustizia, poi. Anche in base alla sua personale esperienza, quale ruolo dovrebbe ritagliarsi la scuola e che cosa dovrebbe fare, oggi, per aumentare ed efficientare l’educazione finanziaria, proprio nella speranza di far sorgere, già tra i banchi, una prima coscienza consapevole da contraenti e investitori del domani?
L. VESCOVINI: La ringrazio per questo graditissimo invito. La scuola, a mio avviso, dovrebbe stimolare la curiosità, la voglia di capire, conoscere ed approfondire in generale e ritengo che lo stesso possa fare con l’educazione finanziaria. Sarebbe bello educare i bambini al risparmio e, prima ancora, ad attribuire un corretto valore al denaro per indirizzarli verso modalità di consumo/utilizzo consapevole. Insegnare loro che non esistono mai guadagni facili e che è necessario diffidare di chi li promette e che imparando a pianificare si possono raggiungere obiettivi con le proprie forze.